E’ il grido di coloro che, arrivati alla soglia della pensione, sentono gravare su di loro il peso dell’inutilità e la lista interminabile di frasi di fastidio da parte di famigliari che, malgrado tutto l’affetto di questo mondo, hanno un’unica preoccupazione: “.. ma il vecchietto dove lo metto? …” Il più delle volte finiscono relegati in qualche ospizio o casa di riposo dove cadono in uno stato di delusione, amarezza e depressione dove la cosa più augurata, come liberazione da questa nuova condizione, è la morte.

A fugare questa nebbia, viene in nostro soccorso la Parola di Dio la quale, ci invita a guardare  la terza età con gli occhi di Dio: non più come persone inutili ma come una fonte di benedizione, per se stessi e per gli altri. La Bibbia considera la terza età come un’età fruttifera, dove sotto la grazia di Dio l’individuo può continuare ad essere plasmato e trasformato nel carattere. Insomma, anche nella vecchiaia, c’è ancora tanto da imparare.

La benedizione di Dio per la terza età, non consiste solo in una lunga vita, ma nel vivere a lungo in buona salute. Gli anziani purtroppo in molti casi sono malvisti, mal sopportati dagli stessi famigliari che li considerano come un peso da scaricare al più presto. Ma non è così per il nostro Dio il quale dice: “Alzati davanti al capo canuto”, e lo dice per insegnare ai giovani il rispetto per gli anziani, per insegnare loro ad amare il periodo più fragile della nostra esistenza ma, agli occhi suoi il periodo in cui l’uomo può portare ancora molto frutto.

Concludo con alcuni versi del Salmo 71, il Salmo degli anziani: “… Non rigettarmi nel tempo della vecchiaia; non abbandonarmi quando il mio vigore viene meno … O Dio, non allontanarti da me, affrettati a soccorrermi … E anche ora che sono diventato vecchio e canuto, o Dio, non abbandonarmi fino a che abbia raccontato la tua potenza a questa generazione e i tuoi prodigi a tutti quelli che verranno …”.

BUONA VECCHIAIA A TUTTI!!!

Giuseppe Scarcella, cappellano