La passione per il cucito

Giordana oggi ha novantasei anni ed è nata a Ravenna nel 1919. Ha frequentato la scuola fino alla IV elementare, ma già giovanissima coltivava la sua passione per il cucito. A tal proposito ci racconta un aneddoto simpatico:“Fin da piccola mi sono appassionata ai lavori di sartoria e frequentavo la casa di una signora che gentilmente mi insegnava il mestiere di sarta. Questo significava che io spesso mancavo dalla scuola e mi giustificavo con la maestra dicendo di avere avuto mal di pancia. Un giorno mia madre fu convocata dalla maestra per capire come stessero veramente le cose riguardo alle mie continue assenze. Mia madre, che chiaramente non sapeva nulla, rispose candidamente alla maestra: “Ma io la mando a scuola tutti i giorni!” Dinanzi a questa mia marachella, mia madre decise di non mandarmi più a scuola così potei dare sfogo alla mia passione per il cucito.”

Le amare conseguenze di una scelta superficiale

“La mia vita – racconta Giordana – è stata molto difficile; come, immagino, quella di tanti altri della mia età.  Figlia di operai, all’età di diciannove anni mi sono sposata con un uomo di cui ero pazzamente innamorata ma con cui poi in seguito ho avuto non poche tribolazioni. Lui era fidanzato con una ragazza che dopo cinque anni di fidanzamento, lo ha lasciato ed io ne ho subito approfittato per mettergli gli occhi addosso. Se avessi tenuto conto dei motivi che avevano spinto la sua ex fidanzata a lasciarlo, mi sarei evitato inutili sofferenze. Invece, me ne sono infischiata ed ho pagato a caro prezzo questa mia leggerezza. Questo è il motivo per cui mi sento di dire alle ragazze di fare attenzione quando si sceglie l’uomo della vita: è una cosa molto seria e delicata!

Se dovessi raccontare i mille problemi che mi ha procurato quell’uomo, ci vorrebbero molta carta. Mi limito a dire in poche parole, che dei soldi che guadagnava vedevo solo l’ombra, tant’è che quando andavo a fare la spesa ero costretta a fare segnare tutto dal bottegaio.

Insomma, sempre per farla breve, alla fine l’ho lasciato è sono tornato a vivere da mia madre. Lui nel frattempo si è messo insieme ad un’altra donna con la quale ha avuto un figlio. Morale: non ho avuto il piacere di conoscere le gioie del matrimonio.”

L’indomabile venditrice ambulante – la vita ricomincia

“Da quel momento, mi sono dovuta rimboccare le maniche e lavorare sodo per crescere le mie due figlie senza fargli mancare niente. Il mio ex marito, padre delle mie figlie, non si è mai preoccupato di loro.

Ho lavorato per diciott’anni in piazza come venditrice ambulante tra Ravenna e altri centri della Romagna. Alla fine del mio percorso lavorativo, ero stanca di stare da sola. Dopo aver sistemate le figlie che nel frattempo si erano sposate, mi sono deciso a trovare un compagno per la vecchiaia. Ho condiviso la mia vecchiaia con quest’uomo che poi è morto in seguito alle conseguenze riportate per via di una brutta caduta.”

“CASA MIA”  – dovevo rimanere solo venti giorni, e invece…

Cosa ti ha spinto a trasferirti a “Casa Mia”? – le abbiamo chiesto – “un intervento al ginocchio” – ci risponde. Io stavo bene anche a Ravenna, ma quando fui operata, le mie figlie avevano ancora i bimbi piccoli, e avrebbero avuto difficoltà a prendersi cura di me. “Perché non vai dove c’è l’Elena? C’è anche un bel parco lì” – mi suggerirono. Elena era un’anziana donna di Ravenna, una delle prime residenti di Casa Mia. Sapevo che si era trovata bene, allora decisi di venire qui solo per una ventina di giorni, il tempo della convalescenza.  Mi sono trovata così bene che, conclusi i venti giorni dissi: “se c’è posto rimango”… e così adesso sono qui da ben 14 anni!

Posso solo parlarne bene, non ho niente da ridire. Mi hanno sempre portato rispetto e me lo portano ancora. Sto a letto quando voglio, quando voglio salgo sù.. non ho mai avuto niente da ridire con nessuno.

Qui a Casa Mia ho continuato a coltivare la mia passione per il cucito. Collaboravo sempre preparando  degli oggettini da vendere al mercatino. Facevo di tutto: sciarpe, berretti, centrini.. tutto realizzato a maglia o con l’uncinetto. Ogni tanto facevo anche qualche piccola riparazione di sartoria. Adesso ho smesso solo perché col tempo la mia vista è peggiorata.

E così oggi eccomi ancora qua, alla bella età di novantasei anni.